Un vino, un libro. La prima sorsata di birra

O meglio, dovremmo dire, BDPR e il suo libro.

C’è un piccolo, intenso piacere, nel momento in cui ci viene presentato un bicchiere di birra con la schiuma morbida e densa che lo riempie fino all’orlo, ideale finitura di una piccola opera d’arte, che solo alla birra appartiene.

Spesso la scegliamo quando fa caldo, ed è emozionante come la condensa del liquido ghiacciato veli il bicchiere. La scegliamo in compagnia, e non solo è una coccola, ma è una coccola collettiva – da condividere.

I piaceri quotidiani

C’è un piccolo, intenso libro prezioso di Philippe Delerm, La prima sorsata di birra. Descrive i piaceri quotidiani, quelle meravigliose azioni minime in grado di cambiarci la giornata, evocare ricordi, rendere unici attimi solo all’apparenza scontati.

Tutti noi li abbiamo, e in queste pagine ci ritroviamo. Non è solo birra, è aiutare a sgranare i piselli, il giornale della prima colazione, il pacchetto delle paste della domenica mattina. È emozione e tenerezza. 

La dolce amarezza

Ed è, e non a caso dà il titolo al libro, la prima sorsata di birra: «Già sulle labbra un oro spumeggiante, frescura amplificata dalla schiuma, poi lentamente sul palato beatitudine velata di amarezza»; chi non ha mai provato, tra tutti noi, questa sensazione così delicata e intensa?

L’amarezza della birra la dà il luppolo: ma l’amarezza, ci dice Delerm, la dà anche la consapevolezza che le prossime sorsate non saranno mai come la prima, e non ne possiederanno l’assoluta perfezione.

Quindi, spingendoci più in là, ogni cosa perfetta contiene la segreta amarezza della sua unicità: non riusciremo più a replicarla. Così, di momenti fugaci e minuscole gioie si compone questo volume, specchio leggero dell’essenza più pura della vita di tutti noi. Che a volte abbiamo bisogno proprio di questo: libri leggeri, piccoli, immediati, che strappano un sorriso o una lacrima per quanto ci ritroviamo in quelle parole. Letture fresche come un sorso di birra.